San Giorgio

La durezza del vivere
3 min readFeb 12, 2021

--

San Giorgio e il drago. Raffaello, 1505.

L’elenco dei nomi che lo compongono è già il programma del nuovo governo.

A dispetto delle magnifiche sorti e progressive declamate nell’enfatico mondo parallelo dei media, la lista dei ministri del Governo Draghi è un misto tra decadenza berlusconiana (le maschere di cera Brunetta-Gelmini), paraculismo gender-grillino (donne e quote gialle) ed efficientismo da middle-management frustrato (i Cingolani e i Colao, quest’ultimo novello Bertolaso buono-un-po’-per-tutto senza aver mai combinato niente).

Nulla di nuovo: sono gli ultimi giorni dell’Impero. Sono le convulsioni del regime liberale che domina incontrastato e che cerca nuove strade per non implodere su se stesso, evitando ancora una volta il confronto con l’elettorato. Ad ogni costo, è il motto del Nostro, e soprattutto a spese nostre: ad esempio, è evidente che della politica estera italiana non frega nulla a nessuno, visto che come Ministro degli Esteri ci troviamo ancora Gigi Di Maio, cui non si contesta l’origine popolana ma la evidente inadeguatezza.

La politica estera che interessa, su cui il governo si gioca tutto, è soltanto quella che impone di mettere in riga l’Italia rispetto ai piani tedeschi di ricostruzione della sua industria, predisponendo un Piano Nazionale di Ripresa coerente con i desiderata tedeschi.

Pensate a come stanno messi male, in Germania: pur di non farci andare via dall’euro, pur di tenere le nostre imprese nel loro indotto, pur di non ammettere che gli serviamo, sono disposti a pagare, finanziando un piano continentale (il Next Generation EU) che gli consenta di legare ancora di più a sé i subfornitori e di mantenere il mercato di sbocco europeo per la loro immensa capacità produttiva.

La carenza di un San Giorgio che (politicamente!) si contrapponga al drago, lo addomestichi e lo uccida (politcamente!) suona drammatica. Molto furba (attenzione: antifrasi in corso) appare infatti l’idea di lasciare il monopolio dell’opposizione all’unico partito rimasto fuori, quello della Sora Giorgia. Che potrà astutamente capitalizzare consensi a partire dai primi disastri sociali. Non che i Fratelli d’Italia siano fuori da questo gioco delle parti, è chiaro. Si tratta di vasi comunicanti. Però, ecco, quel vago sentore di Alternativa per l’Italia (AfD) si comincerà presto a sentire.

Il keynesismo di cui si favoleggiava sui giornaloni (ma dove mai? ma perché?) muore già al terzo o quarto nome della lista. Al quinto nome ecco far capolino le privatizzazioni, al sesto il disciplinamento dei dipendenti pubblici a suon di brunettate, al settimo ecco le “razionalizzazioni” degli ammortizzatori sociali, all’ottavo (no, è sempre il settimo) le pensioni private. La revisione del catasto arriva felpata, poi qualche tocco estetico.

Anche questa volta finirà bene per la Germania, forse. A Berlino sono molto preoccupati perché gli USA mettono i bastoni tra le ruote alla Felix Germania e bisogna fare presto. La Germania ha estremo bisogno di partire prima degli USA nella corsa al nuovo Eldorado Verde, per dettare gli standard. Quindi è necessario che l’Italia si metta in linea senza troppe discussioni.

Non vi fa sorridere questa enfasi sul concetto di “Spendere BENE i soldi che l’EUROPA ci dà”? Spendere bene vuol dire spendere bene per la BMW.

Comunque, la notizia è che il governo farà molto bene all’Europa. A noi molto meno.

--

--

La durezza del vivere

https://t.me/durezzadelvivere Attenuare quel diaframma di protezioni che […] hanno allontanato l’individuo dalla durezza del vivere (T. Padoa Schioppa)